A cinque mesi dalla tragedia continua il lavoro delle squadre dei vigili del fuoco sul luogo dell'incidente
Ricorrono domani i cinque mesi dalla tragedia della funivia del Mottarone, costata la vita a 14 persone, con unico sopravvissuto il piccolo Eitan di cinque anni. La settimana prossima dovrebbe essere quella decisiva per poter finalmente rimuovere la cabina e la testafusa dal Mottarone e permettere così ai periti di completare i rilievi per rispondere ai quesiti posti dal gip Elena Ceriotti nell’ambito dell’incidente probatorio. Da ormai dieci giorni i vigili del fuoco del comando provinciale stanno compiendo i delicati e complessi interventi preparatori per l’arrivo dell’elicottero che dovrà sollevare la cabina e portarla alla stazione dell’Alpino, da dove poi sarà trasferita alla volta di un capannone. Le lamiere sono state tagliate e sezionate. Ieri è stata preparata la base per appoggiare la parte superiore della cabina che era stata sezionata e stabilizzata nei giorni scorsi, la parte che più interessa ai tecnici perché è quella collegata alla testafusa, rimasta incastrata in un albero vicino. La testafusa potrebbe conservare le risposte che gli esperti cercano sulle cause della rottura della fune traente. E ancora nessuna risposta giunge dalla corte d’Appello di Torino dopo la discussione del ricorso presentato dalla procuratrice capo Olimpia Bossi contro la scarcerazione del gestore della funivia Luigi Nerini e del direttore di esercizio Enrico Perocchio. Sono ormai passate più di tre settimane,